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Aggiornamento del 22 Dicembre 2019
... Quando alcune genealogie di certi personaggi (Pezzano PietroGino) e politici frequentanti ambienti simili diffamano a mezzo stampa ed internet coloro che ne hanno denunciato presenza, esistenza e fatti !
Se qualcuno volesse sapere del come e del perche' un diffamatore/calunniatore seriale (che ottiene condanne dichiarando il falso come parte offesa e pubblicando articoli giornalistici diffamatori dove dichiara di essere un Santo quando non lo sarebbe e dichiara falsità) come Adriano Pezzano, nipote del 'ndranghetista PietroGino (Milano, Via Pietro Colletta 70, quadrilocale di lusso per uno che nell'udienza del 14 Febbraio 2017 al Tribunale di Lecco dichiaro' di essere precario e di essere vittima di diffamazioni che lo hanno costretto a cercare lavoro coi siti cercalavoro... ma che fa i viaggi all'estero 4 volte l'anno e vive in appartamenti dove verranno realizzati i villaggi Olimpici a Milano Porta Romana) commetta azioni di falsa testimonianza sotto giuramento per ottenere condanne di innocenti... aprire il codice di incorporamento sotto allegato . Il diffamatore Adriano Pezzano fece pubblicare un articolo giornalistico diffamatorio e delego' Pietro Planezio, Quinto - Genova, Via Antica Romana di Quinto 11 interno B di postare, su Yahoo, risposte diffamatorie a danno di Claudio Larghi, linkando articoli giornalistici diffamatori. Pietro Planezio è pregiudicato e autore di reati dagli effetti penali di notevole gravità. Adriano Pezzano, grazie alle sue amicizie con la Polizia di Stato, Destra Salviniana (e berlusconista) e magistratura, riesce a non essere mai indagato, processato e condannato ribaltando il ruolo di imputato a quello di vittima che denuncia, fa processare e condannare chi lo denuncia.
https://www.facebook.com/adriano.pezzano/posts/10219160861562657
... per capire, non solo chi sia tale "signore" (nipote di PietroGino, noto esponente della 'ndrangheta, con analogo cognome tipicamente calabrese e non friulano) ma anche a cosa si sia ridotta la Polizia...(rappresentante di uno Stato corrotto e criminale sino al midollo). Chi dovrebbe essere sorvegliato e condotto ai programmi di servizio sociale, controlla e sorveglia abusivamente coloro che ne denunciano parentele e presenza negli appalti ad affidamento diretto per i Ministeri dell'Interno e della Giustizia.
Tale personaggio è protetto dalla magistratura (marcia), dalla marcia Polizia Postale, da informatori e spie politico giudiziarie pregiudicate come Pietro Planezio, Pino Zarrilli, Eva Polak e dai servizi segreti italiani. Pietro Planezio, Pino Zarrilli ed Eva Polak beneficiano di manipolazioni illegittime dei pagerank di Google (Pezzano rimuove le indicizzazioni di siti come questo che denunciano le azioni di tali personaggi).
Qualche calabrese (che da sorvegliato è diventato sorvegliante e che al posto di essere in progetti di riabilitazione detta legge nei Tribunali e nelle Polizie) che vive in zona Porta Romana a Milano...magicamente, dopo aver letto gli aggiornamento del 14/11/19 di questo sito, web in rete da 1 anno e 3 mesi, sito rimosso dagli indici di Google da "qualcuno" (si sospetta Adriano Pezzano, nipote di Pietrogino), escluso dai directory indicizzati di Google... dopo molti mesi il medesimo sito sarebbe "miracolosamente" riapparso nella parola chiave Claudio Larghi (non appare nelle parole chiave Pino Zarilli... anzi appariva ma qualcuno che risiede in Porta Romana a Milano, appartamento di lusso ... malgrado si dichiari un povero lavoratore precario... ha rimosso lo spider per questo sito (parola chiave Pino Zarilli, idem per Eva Polak). Fenomeni simili si riscontrano, da anni, per le parole chiave Pietro Planezio (un altro soggetto pregiudicato sino al midollo osseo che col fisco deve avere più di qualche problema e che beneficia di potentissime protezioni politiche e massoniche), soggetto ultra ottantenne che con ambienti fascisti di estrema destra Lega e Fratelli d'Italia ci va a nozze e ci mangia (ad uffo) da decenni, ottenendo protezioni giudiziarie e fiscali... , pur pluripregiudicato, lavora per la Polizia come Pezzano Adriano, che bazzica la DIGOS (dove ha molti amici che lo favoriscono nella sua "professione" insieme a vari politici come Gallera e la Brambilla e lo stesso Maroni per non parlare di Fontana e Salvini, entrambi al gioco dei servizi disinformativi e di "intelligence" ...come tutti sanno da decenni).
In questo sito vi sono contenuti dei fatti (di rilevanza penale molto grave) riguardanti:
Adriano Pezzano, nella veste di noto diffamatore di Claudio Larghi , un Pezzano che si è abbandonato, in questi anni, ad un impianto diffamatorio senza precedenti in Italia (prova gusto e piacere ad esporre al pubblico ludibrio coloro che ne denunciarono le genealogie e la presenza in uffici, ruoli e poteri totalmente incompatibili con la storia della sua famiglia... un pergonaggio che negli anni ha provato piacere a diffamare coloro che lo smascherarono... un personaggio accomunato, in sospetta associazione per delinquere, con Pietro Planezio e le spie neofasciste politico giudiziarie Pino Zarilli e Eva Polak (la ducessa di Montecatini Terme che ha terrorizzato l'intera Toscana tra minacce, violenze, calunnie ... idem per il compagno di merende Zarrilli...)... la Polak sin dal 2012 scriveva in Facebook che era sua intenzione querelarmi per presunti scritti contro Maroni Roberto, un compagno di merende del gruppetto elencato... e cosi' fece insieme al ruffiano della Polizia Postale Pino Zarrilli in parallelo con Pezzano e Planezio (un quadrivio di ruffiani delle Polizie marce e corrotte piu' criminali dei criminali che sarebbero ben pagati per combattere... che spiano cittadini italiani abusivamente con l'utilizzo di dispositivi informatici e di intrusione vari).
La Polizia Postale ha un ruolo primario nei reati sopra elencati e imputabili ai personaggi citati veri ruffiani della Polizia Postale ed al cospetto di politici come Salvini, Maroni, Berlusconi, Meloni, etc...).
Come noto Adriano Pezzano è tecnico informatico (piu' che tecnico uno smanettone di software spia) della sicurezza per conto del Tribunale di Milano e del Ministero di Giustizia (in sintesi un soggetto che al posto di essere sorvegliato... sorveglia... un soggetto che dovrebbe essere sorvegliato dall'autorità giudiziaria che invece... pur essendo incompatibile penalmente con funzioni DIA-DDA, indaga, piu' o meno abusivamente, cittadini che denunciano fatti di mafia, corruzione e ladrocini vari).
Egli è ufficialmente un "perito di perquisizione remota di computer e cellulari su commesse d'appalti vinti per il Ministero di Giustizia" (non molto dissimile da quelli che diffondono malware e trojan su appalti per il Ministero di Giustizia, come recentemente visto in una tramissione di Report) che probabilmente, oltre ad essere al servizio in subappalti Ministero Interno e Giustizia, opera anche per DIGOS e Servizi Segreti ... e quando ha gli eccessi di adrenalina spia anche abusivamente.
Malgrado qualcuno (facile indovinarlo, vedesi i nomi di cui spora) abbia scritto, in rete,
(a questo indirizzo internet) https://sconfinamento.wordpress.com/2016/02/19/lady-dentiera-e-il-suo-doberman/
la diffamazione che Claudio Larghi sarebbe parente del boss della 'ndrangheta Pietrogino Pezzano, in realtà, queste accuse (e questo problema) andrebbero rivolte all'Adriano Pezzano di Milano, Via Pietro Colletta 70 in questione (nipote del boss 'ndranghetista Pietrogino Pezzano, come egli vantava quando era Manager in un appalto ASL 1 Milano... del resto hanno lo stesso cognome). Il diffamatore seriale in questione, Adriano Pezzano, risiede a Milano, Via Pietro Colletta 70, soggetto che nelle deposizioni si dichiara povero sotto occupato che invia curriculum per cercare lavoro ma che nel Giugno 2018 ha acquistato un appartamento di lusso in una zona semicentrale di Milano.
Adriano Pezzano pur appartenendo ad una famiglia con un soggetto noto per appartenenza ndranghetista (malgrado qualcuno abbia scritto che Claudio Larghi e non lui sarebbe parente di tale Pezzano Pietrogino), opera come "esperto di sicurezza informatica" nella pianta organica del Tribunale di Milano e del Ministero di Giustizia (e pare anche per appalti sanitari regionali e nazionali).
I "periti" del Ministero (lui lo sarebbe pur non potendo per questioni note) alterano le indicizzazioni di Google per occultare siti scomodi o per esaltare siti diffamatori (A. Pezzano è sospettato di violare i pagerank di Google a scopo diffamatorio e di denigrazione a danno di Claudio Larghi, ovvero colui che ne segnalo' la presenza in appalti istituzionali sin quasi un decennio fa).
Si ricorda, a tutti, che Pezzano Adriano, nella deposizione presso il Tribunale di Lecco del 14/2/17, in assenza della controparte Claudio Larghi a causa di un doloso difetto di notifica UNEP (che gli permise di non avere una deposizione nella quale si sarebbero esposte e contestualizzate le motivazioni che lo abbinano al grado di parentela di Pietrogino Pezzano), dichiaro' (mentendo) di ignorare chi fosse Pietrogino Pezzano sostenendo che tale ex dirigente ASL 1 Milano era a lui totalmente sconosciuto (i Pezzano Adriano e Pietrogino erano, invece, nell'ASL 1 Milano nel periodo Gennaio-Marzo 2011 ed il primo andava a dire di essere parente del secondo, quando questi era dirigente ASL1, poi cacciato a calci nel sedere per l'appartenenza alla ndrangheta... poco tempo dopo anche l'altro Pezzano spari' da quella sede...).
Come accennato, nella deposizione presso il Tribunale di Lecco, Adriano Pezzano dichiaro', mentendo, che il parente che porta il suo stesso cognome, non lavorasse in tale Direzione Generale ma bensi' ad una filiale Milano 2 di Magenta... questa menzogna taglia la testa al toro sulla "sincerità"... dell'Adriano Pezzano (che opero', nel 2011, per circa 3 mesi, nella stessa sede lavorativa dell'altro Pezzano, ovviamente a Milano, C.so Italia 19). Del resto perche' dovette mentire ?
Se si... lo si puo' immaginare, comunque questo gli permise di ottenere la condanna in prrimo grado di Claudio Larghi, condanna basata su omissioni investigative dei tribunali di Milano e Lecco e sul mendacio imputabile a Pezzano Adriano e grazie ad un tribunale in odore di mafia e di tessere Lega (vedesi la condanna di un sacerdote per aver scritto quello che tutti pensano di Roberto SALVINI... Pezzano si fa fare gli autografi da politici del genere...).
Adriano Pezzano, dopo la prescrizione del processo, nello scorso Giugno 2019 si è scatenato, in sinergia con Pietro Planezio, in varie diffamazioni nel social Yahoo (Planezio è operatore staff). In comune con Pietro Planezio, ci sono l'origine calabrese, una natura socialmente pericolosa, intrallazzi con politici di estrema destra e ambienti dei servizi segreti e spionistici ed altre cosette che se sarà opportuno, verranno esposte piu' in seguito... si sappia che quando impazzisce AdrianoPezzano, noto per l'isterismo furibondo che lo distingue, fioccano diffamazioni per mano di Pietro Planezio, quando impazzisce Planezio viceversa...fioccano diffamazioni per mano del Pezzano).
Meno male che (il Pezzano) dichiaro' (sotto giuramento) di essere precario (un povero dipendente che lavora su progetti, devastato da gravi e crudeli diffamazioni sul suo conto) e di inviare il suo CV in siti tipo "Infojob" per sbarcare il lunario... hahahaha...
...questo soggetto che al di fuori dei confini italiani non beneficerebbe della libertà che gode in Italia... non ha bisogno di candidarsi da sfigato, ottiene posti come milionario manager (cyber security managger... come si autodefinisce in Linkedim) con gli agganci di cui sappiamo e come tutti sanno.
Le compravendite immobiliari nella città di Milano (al di sotto di 300.000 euro non si acquista nemmeno una turca) di Pezzano Adriano sono, a giudicare dai frequenti cambi di residenza, una passione che non si riserva ai poveretti precari rovinati dalle diffamazioni (qui quelli rovinati dalle sue diffamazioni sono altri...). Anche su questi aspetti si dovrebbe fare luce... ma DIGOS, Polizia, Magistratura e Lega-Forza Italia e F.lli d'Italia... proteggono chi lavora al loro servizio sporco.
Leggasi ora il sito sottostante che qualcuno (inutile dire chi) ha indicizzato in Google con la parola chiave del suo nome e cognome:
https://www.apollo.io/people/Adriano/Pezzano/5aac0f39a6da98278e77e2c5
Il soggetto, pur essendo un tecnico della sorveglianza giudiziaria internet e telefonica... dovrebbe, invece, essere sottoposto a programmi giudiziari di sorveglianza e di affido ai servizi sociali. Egli è sospettabile di aver generato uno "spider" (ovviamente utilizzando software ad uso giudiziario in modo abusivo) che genera una indicizzazione tra il sito ufficiale del Tribunale di Milano e il sito della società di cui sarebbe titolare e manager (malgrado nelle udienze sotto giuramento dichiara di essere un povero precario falcidiato da siti che ne segnalano l'appartenenza famigliare e dichiari di essere occupazionalmente penalizzato da tali diffamazioni). Come si aggiudicano gli appalti che lo vedono collaboratore di quella schifezza che possiamo chiamare Polizia Postale (le divise sono marce quanto i criminali che non reprimono) dove ha amicizie nel nome dello Zio... e del quale beneficia a livello professionale ?
Dove sta la DIA-DDA ?
La DIA-DDA si avvale della sua consulenza (il Tribunale di Milano è già noto per essere finito nelle indagini dell'Autorità nazionale anticorruzione e della stessa antimafia, come ente giudiziario corrotto... che appalta per nomina diretta agli amici degli amici...notarsi che tale ente pare aver assegnato (al Pezzano) anche una email del dominio internet tribunale.it , ovvero farebbe parte dello staff del Ministero di Giustizia e come tale si compra le sentenze di condanna e si compra gli articoli giornalistici diffamatori e indicizza, a sue mani, quelli, tipo La Stampa (in prima posizione in Google ma non in Bing dove Pezzano non mette mano... mi si perdoni la rima).
Nell'articolo de La Stampa (commissionato da Roberto Cota, Roberto Maroni, Domenico Aiello, noto avvocato che il giudice DIA DDA di Catanzaro considero' degno di indagini... articolo diffamatorio istigato anche da Pezzano Adriano, Pietro Planezio, Pino Zarrilli e Eva Polak), articolo dove si parla con toni diffamatori e calunniosi, di colui che dal 2011 ne ha smascherato la vera identità... quella del Pezzano Adriano... si intenda...).
Il suo ruolo, insieme al pregiudicato Pietro Planezio (che nel 2014 scrisse, in Yahoo Answers un commento dove dichiarava di essere un collaboratore di Polizia), di Pino Zarrilli ed Eva Polak (che con la DIGOS ci vanno a nozze nelle loro crociate contro tutti coloro che non sono estremi di destra...ovvero fasci... oggi Zarrilli lavora nello staff di Salvini insieme a Planezio, anche se operano su piattaforme social differenti...) fu primario ... visto l'impianto diffamatorio a danno di Claudio Larghi (diffamato dai personaggi sopra elencati che utilizzarono il web tramite molti siti e articoli giornalisti diffamatori, abusando di indicizzazioni farlocche messe manualmente dal sopra citato soggetto Calabrese... malgrado abbia un certificato anagrafico che lo veda Friulano... già che c'era poteva scegliersi Vipiteno come luogo di nascita...o meglio ancora svedese...).
Come già accennato, l'associazione di tali personaggi è di ravvisabile associazione per delinquere (del resto Pezzano, Zarrilli, Planezio e Polak vennero già querelati per questo reato associativo nel 2014... tutto insabbiato dai Servizi Segreti per mano di una giudice Lega Nord che se operasse all'estero era al "fresco" da molti anni... ma in Italia chi commette omissioni d'atti d'ufficio farebbe carriera...).
Adriano Pezzano si sponsorizza in Google (parola chiave suo nome e cognome) con spider come il seguente:
Il web precedentemente indicato contiene questo testo:
Adriano Pezzano
Consulente per la Sicurezza informatica e Crimini Informatici. at TRIBUNALE DI MILANO
Last Updated:
November 14, 19
Milan, Lombardy, Italy
(***) - *** - ****
A**@tribunale.milano.it
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Un contenuto che non richiede commenti, commentandosi da solo.
Una persona del genere suscita disprezzo, genera vomito, duole scriverlo.
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Si elenca, ora, il Curriculae dei personaggi coinvolti in diffamazioni a mezzo web, a mezzo stampa (come il quotidiano La Stampa) e calunnie (finalizzate alla istigazione alla condanna):
Domenico Aiello (Milano, indagato dalla DDA di Catanzaro con omissioni di apertura fascicoli territorialmente competenti della Procura di Milano. E' indagato, insieme a Maroni e Salvini, per un filo di indagine alternativo alla vicenda dei 40 milioni di euro scomparsi dalle casse della Lega, filone alternativo che attribuirebbe a tali personaggi la maggiore responsabilità dei fatti, alla fine di questa pagina un interessante articolo de IL FATTO QUOTIDIANO, di simili articoli anche nel Sole 24 Ore e di recente altre testate giornalistiche e anche REPORT RAI3)
Roberto Maroni (Varese)
... seguono nominativi di agenti DIGOS, confidenti e collaboratori di Polizia di Stato, servizi di sicurezza interni (servizi segreti), collaboratori di Polizia Postale, informatori di magistrati (malgrado alcuni di loro siano pregiudicati, ma questa è la Repubblica Italiana...).
Pietro Planezio diffamatore seriale su commissione (Quinto di Genova, Antica Romana di Quinto 11 interno B, con precedenti penali), già noto per essere un palese abusivo di professioni destinate a laureati e per alterazioni di natura lucrosa delle statistiche matematiche dei social network per i quali lavora (sono molti anni che questo genere di accuse sono rivolte a tale personaggio, circa dal 2010).
Adriano Pezzano diffamatore (anche sotto giuramento nelle deposizioni giudiziarie) , Milano, Via Pietro Colletta 70.
Pino Zarrilli, diffamatore (Firenze)
Eva Polak, diffamatrice (Montecatini)
ufficialmente anche Maurizio Molinari puo' essere considerato un diffamatore visto l'articolo diffamatorio alterato in diverse occasioni con lo scopo (fallito, almeno al momento) di ottenere condanne detentive e in sede civile (il suo articolo, o meglio, quello delegato da Roberto Cota e Aiello alla redazione de La Stampa di Novara è un prima posizione nella parola chiave Claudio Larghi grazie alle manipolazioni dei pagerank di Pezzano Adriano, soggetto con amizie politiche Forza Italia Lega che gli permettono di avere successo nelle sue professioni e che gli permettono di pubblicare articoli diffamatori contro le sue vittime e ottenere sentenze a favore senza che si indaghi sul suo conto e sulla genealogia).
In merito all'elenco dei diffamatori seriali riportato si rende noto che uno di loro (escludendo il Molinari) è sospettato di aver abbinato il nome e cognome di Claudio Larghi con un inesistente legame di parentela con il 'ndranghetista Pezzano Pietrogino
vedesi il blog sottostante:
https://sconfinamento.wordpress.com/2016/02/19/lady-dentiera-e-il-suo-doberman/
dove un utente fake @ramasandiransomosundaran sostiene, nei commenti sottostanti allo scritto, che Claudio Larghi è parente di Pietrogino Pezzano. Ad onor del vero tale legame di parentela è attribuibile ad Adriano Pezzano grande amicone di divise da radiare dall'ordine, e dei magistrati di Milano presso i quali lavora ed ottiene sentenze a favore di un certo tipo.
Per quanto riguarda Adriano Pezzano, si segnala il cattivo gusto di pubblicare, nel suo profilo facebook, falsi lutti famigliari quasi volesse suscitare compassione e benevolenza verso qualcuno o verso la magistratura.
La redazione novarese de La Stampa (ormai degradato a bollettino Lega di Maroni, Siri, Cota, etc..), su sospette pressioni Lega (Roberto Cota, Maroni, Domenico Aiello, Adriano Pezzano, quest'ultimo "esperto" informatico (il termine esperto è eufenistico e non si puo' andare nei dettagli, ma insieme a Planezio, ci sono sospetti di un certo tipo, anzi con Planezio, nel 2014 una casella di posta hotmail di Claudio Larghi venne violata ed il contenuto postato da un multiaccount fake del medesimo, nella categoria Spazio e Astronomia direttamente dal suo account @sesquiossidodip). Entrambi o uno dei due hanno l'abitudine di rimuovere manualmente dai server Google i pagerank di siti a loro non graditi. Per entrambi non sarebbe difficile rintracciare in rete la loro vera identità (è sufficiente inserire Pezzano, senza nomi, per capirlo, idem per Planezio, sorvolando sui loro amici Zarrilli e Polak, quest'ultima beneficiaria degli interventi di "rimozione indici compromettenti" messi in atto dal Pezzano e dagli amici della Postale).
La triade (o quadriade), si abbina al contenuto dell'articolo de La Stampa. Una triade (o quadriade) che sta cercando di influenzare spudoratamente l'esito di un processo mal gestito (e soprattutto delegato per finalità di vendetta e punizione avente come complice esecutore la magistratura di Milano e di Novara, per Milano trattasi di magistrati con in tasca la tessera Lega Maroni, prima, Lega Salvini dopo...) in una sentenza di condanna pretesa dalla testata giornalistica in oggetto (pubblicando vaghi indizi, indizi e illazioni se non vere frodi, prodotte da un avvocato considerato degno di indagini per la DDA di Catanzaro, ovvero Domenico Aiello, quindi considerato in contatti di mafia, con la sospetta collaborazione dei 4 personaggi appena citati).
Sempre in riferimento al giornale La Stampa, questa, a danno di Claudio Larghi, sdogana indizi e illazioni (attribuiti a siti dove non vi è traccia, nè mai ci fu, di testi "incriminati" spacciati per verità e prove). Il quotidiano cartaceo e la versione web "La Stampa", anche nella veste di un giornalista vigliacco (i dettagli nella querela-denuncia postata alla fine della pagina), scrive articoli diffamatori su commissione.
Probabilmente l'articolo di Pubblico Ludibrio tramite Gogna Mediatica ("metti il mostro in prima pagina" e metti il mostro in prima posizione google su esplicita richiesta agli admin di Google, situazione di frode e di diffamazione che non si limiterebbe a questo processo ma a diversi altri, della quale si sospettano complicità di Adriano Pezzano e Pietro Planezio nonchè Pino Zarrilli) venne scritto direttamente dalla controparte Roberto Maroni e/o avvocato della medesima.
Come accennato l'Avvocato Aiello Domenico, amico e socio d'affari di Maroni (l'Aiello considerato, dalla
Divisione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, un soggetto sul quale sarebbe interessante indagare...ottime amicizie per un ex Governatore regionale, ex ministro del Lavoro e dell'Interno...) ha forse creato sinergie con l'avvocato Roberto Cota, ex Governatore Piemonte ?
La controparte (delegante dell'articolo diffamatorio ?) Roberto Maroni, del resto è pregiudicato sin dal 1997, malgrado si comporti sempre come "verginella" (sono fatti di dominio pubblico, non c'è diffamazione)... e deve ringraziare il suo socio azionista e avvocato di fiducia di aver ottenuto uno sconto di pena nella recente ed ennesima condanna (all'appello delle casse pubbliche Lega mancano indagini congiunte con l'amico Aiello per la nota vicenda dei 40 milioni di euro dalle casse della Lega, vicenda che non interessa al Sig. Molinari piu' propenso a diffamare dissenzienti o presunti tali della Lega). E' probabile che Roberto Maroni non sia mai venuto a conoscenza diretta dei "fatti incriminanti" ma che sia stato istigato, invogliato a presentare querela (Pino Zarrilli, Eva Polak, Adriano Pezzano e forse anche Pietro Planezio) salvo poi rinunciare alla preesistente costituzione di parte civile e teste (forse temendo di cadere in contraddizione nella deposizione sotto giuramento, rischiando di favorire condizioni assolutorie e delegando La Stampa di sostituirlo nell'influenzare processi in regime di condanne da Santa Inquisizione).
Il medesimo Roberto Cota (avvocato penalista a capo del feudo Lega di Novara e provincia) sembra che abbia creato, negli ultimi 6 anni, alcuni problemi di recupero crediti a danno delle ASL Piemontesi e Novaresi durante il suo mandato di Governatore) deve, tra le varie cose, la sua assoluzione (nel processo relativo agli Scandali dei rimborsi Lega Nord Governo Regione Piemonte), sempre all'Avvocato Domenico Aiello.
L'ignoto autore dell' articolo diffamatorio (redazione di Novara) ha badato bene di omettere la sua firma (anche su consiglio dello studio Legale Rossi...di Borgomanero... che pare non si sia del tutto attenuto, si teme, al codice deontologico ed al segreto professionale (omissis) e che per tale ragione è stato revocato del mandato conferito a suo tempo) onde, anche, prevenire querele contro di lui (post esito sentenza).
Il Giornale La Stampa è diventata l'avvocato d'ufficio della Lega e dei suoi "gentiluomini"! (vedasi la recente pubblicazione della lettera di "innocenza" di Armando Siri, commissionata dal medesimo pregiudicato, nuovamente indagato e inserita come ridicolo metodo riabilitativo negli articoli di questa testata che sembra essere trasformatasi nella Corte di Appello e Cassazione pro Lega).
Giornale che assolve d'ufficio esponenti marci sino al midollo ma che mette in croce i deboli che non possono difendersi da certi complotti finalizzati a rovinare la loro vita, indurli al suicidio, ottenere condanne esemplari in processi farsa.
Molto spiacente ma di tali articoli diffamatori (non firmati ma di rogo in pubblica piazza a danno di un cittadino vittima di mafia) ne risponderebbe anche il Direttore della testata, noto protagonista e ospite fisso dalla rete LA7, meglio conosciuto come MOLINARI Maurizio, direttore di tale testata (negli ultimi anni degradata a bollettino stampa de la Lega), diretta a suo nome, oltre che finanziata, (come molte altre testate giornalistiche), anche con fondi pubblici.
La Stampa è quindi, inevitabilmente, e malgrado tutto, querelata per diffamazione aggravata e falso idelogico.
Il periodico La Stampa è un quotidiano che pubblica articoli da Pubblico Ludibrio con Gogna Mediatica su sospetta commissione (non dissimile dai metodi della trasmissione LE IENE) Lega Nord Piemonte e Lega Nord Lombardia ?
L'articolo farebbe riferimento ad un procedimento scandaloso (che venne annunciato sul blog di Google con contenuti calunniosi e diffamatori da Adriano Pezzano... vedasi in Google e Bing la geneaologia di origine , è sufficiente vederlo per farsi una mezza idea... un Pezzano che si finge verginella ma che andava a dire in giro di essere parente di un certo personaggio...) il Pezzano, a fine Luglio 2013, poco prima che la denuncia venne depositata in Tribunale da Maroni-Aiello, annunciò, con circa 3 settimane di anticipo, la denuncia successivamente presentata da Maroni ed Aiello alla Procura di Novara, scrivendo e firmandosi con contenuti diffamatori (Pezzano Adriano, noto raccoglitore di favori presso il Governo Regione Lombardia nelle figure di Lega e Forza Italia) scrisse, diffamando Claudio Larghi, che il medesimo era agli arresti domiciliari (cosa falsa) per aver diffamato Roberto Maroni, diffamazioni (firmate Pezzano Adriano e successivamente anche da Pino Zarrilli ed Eva Polak) che alcune settimane dopo, sempre nello stesso blog, vennero rincarate, in evidente sinergia di intenti, dell'informatore DIGOS Pino Zarrilli (spia politico giudiziaria squilibrata, ex militante MSI, poi Forza Italia, oggi Matteo Salvini) e dalla seconda spia politico giudiziaria Eva Polak (scappata dall'Ungheria URSS per spionaggio... non si dovrebbe esagerare sostenendo che negli anni '70, solo la CIA poteva reclutare, nell'URSS , spie ed informatori di un certo livello, poi fuggite in Europa occidentale).
Pino Zarrilli (militante di destra e informatore di Polizie e magistrature con correnti politiche di destra) non esitò a definirmi come un mafioso e massone (le accuse andrebbero rispedite al mittente ed alla geneaologia del Pezzano... si intende genealogia, non appartenenza diretta...). Il tutto è frutto di spionaggio politico giudiziario (e forse anche di simulazioni all'origine di numerosi processi in clima di "calunnia e diffamazione") di personaggi gravitanti intorno ad ambienti Parlamentari Lega Nord e Forza Italia e Fratelli d'Italia etc...) come Pino Zarrilli (Firenze ) e Eva Polak (Montecatini Terme) a cui si aggiunge il noto Adriano Pezzano che come più volte scritto...
Per capire da che famiglia provenga si devono fare ricerche in internet, tutti e tre i soggetti sono in relazioni reciproche. I primi due in elenco sono diffamatori seriali con profili facebook e twitter contenenti insulti e diffamazioni a danno di magistrati fiorentini, pistoiesi, genovesi e di altre Procure e Tribunali ed altri personaggi vari, profili (non risultano nemmeno rinvii a giudizio essendo lo Zarrilli un protetto di Forza Italia, Lega e della nomenclatura giudiziaria alimentata dagli orrori politici del Berlusconismo prima, del Maronismo dopo, del Salvinismo oggi), account facebook altamente diffamatori ma mai oscurati da Facebook Italia... grazie ad appoggi politici ed amizicie con Polizie Postali (anche con settori della magistratura allineata alle stesse fazioni politiche di tali individui), parlamentari e senatori della Destra e servizi interni di sicurezza e monitoraggio anti dissenso ministeriale...(tali servizi furono in auge coi Governi Berlusconi e Maroni ma la collaborazione con l'Anti Stato nello Stato prosegue anche oggi). Il terzo è sufficiente guardarlo, osservarne le fisionomie ... Cesare Lombroso non aveva tutti i torti...
Adriano Pezzano, per quelli che ancora non lo sapessero, è anche un beneficiario di amicizie (non disinteressate che gli servirono per carriere professionali) personali anche con Roberto Maroni e molti Parlamentari e Senatori Lega e Forza Italia, amicizie che egli sfrutta per motivi personali (Pezzano, come indicato, anticipò, tramite diffamazione aggravata, la querela di Maroni su Google pochi giorni prima che venisse depositata, onde dimostrare che tale triade è parte di un Antistato che la Repubblica Italiana sottovaluta o finge di non sapere e che si tratta di soggetti in relazione diretta con Roberto Maroni e Domenico Aiello e probabimente anche Roberto Cota).
Pezzano è amico dell'assessore Sanita Regione Lombardia, Avvocato Gallera , della Brambilla, e di moltissimi altri parlamentari e senatori FI-LEGA, F.lli d'Italia, del Parlamentare Silvio Berlusconi di Forza Italia e ambienti della alta magistratura milanese e dei vertici regionali e nazionali di Polizia di Stato e Polizia Postale... (dove ha amici disposti a tutto pur di distruggere reputazione e vita dei suoi "nemici"... e vien da chiedersi quanta illegalità si nasconda dietro le divise della Polizia di Stato...) e si sospetta che il medesimo abbia un ruolo di persecuzione giudiziaria a danno di Claudio Larghi proprio grazie alle sue collaborazioni lavorative ed amicali con la Polizia Postale di Milano. Pezzano Adriano, Pino Zarrilli ed Eva Polak (campioni di diffamazioni salvo poi attribuire alle loro vittime il medesimo reato) devono, inevitabilmente, avere avuto anche un ruolo nel processo (definirlo privo di elementi probatori è dire poco...) di Novara, il cui esito futuro... è fortemente condizionato dalla redazione de la Stampa di Novara, verso la quale pende un procedimento per diffamazione (Torino) proprio per i fatti esposti in questo sito.
Per quanto riguarda Adriano Pezzano non sarebbe spropositato associarlo, anche, a protocolli di collaborazione con i servizi segreti italiani (impunibile, ingiudicabile, protetto e secretato dai medesimi).
Uno come lui sarebbe da segnalare ai Servizi Sociali di Milano...
Proprio da tali amicizie del Pezzano lo Zarrilli e la Polak massacrano nel web le loro vittime e quando possibile anche nelle sedi giudiziarie (grazie agli agganci di chi sappiamo).
Del resto Pezzano, Polak e Zarrilli vennero querelati, nel Febbraio 2014, da Claudio Larghi, per diffamazione, e falso ideologico (tenendo anche ben presente il clima di associazione tra loro, ai quali, nel 2013, si affilio' anche Pietro Planezio, un altro squilibrato che ha contribuito a diffamare in supporto dei primi tre e dei quali, si sospettano conoscenze reciproche antecedenti alle date dei fatti imputabili essendo tutti e quattro collaboratori della Polizia di Stato e strutture associate.
Un Pubblico Ministero compiacente, onde prevenire processi a carico di tre informatori DIGOS e politico giudiziari, insabbio' il procedimento di cui la querela sopra citata, archiviandolo nel modello 45, dei fatti non costituenti reato. Tale PM era Olimpia Bossi (la cui condotta è configurabile nell'ipotesi di reato di Omissioni di atti d'ufficio) , che dopo aver fatto molti danni a Novara venne trasferita a Verbania (corrente politicia Forza Italia Lega).
In realtà la triade sopra descritta, come accennato, includerebbe anche un operatore dello staff di Yahoo, figlio di nessuno, un esaltato che farnetica da decenni, un certo Pietro Planezio, che dal 2013 ha "abbracciato" (si sospetta su richiesta di Zarrilli, Polak, Pezzano e altri personaggi) la causa dei "Pezzano, Zarrilli, Polak, Maroni" (più correttamente venne invitato ad associarsi alle diffamazioni) generando numerosi post di diffamazione e pubblico ludibrio in tale social net e contribuendo ad indicizzare siti come quello de La Stampa (contenente l'articolo diffamatorio) tramite multiaccount anonimi falsi all'interno delle varie sezioni di Yahoo, tra le quali Spazio e Astronomia e Fisica, multiaccount dove scriveva e scrive tutt'ora e invoca carcerazioni, soppressioni ed elenca siti intrnet diffamatori per incrementare la loro posizione nella prima pagina di ricerca di Google (cosa avvenuta anche con l'articolo de La Stampa).
Le pubblicazioni su Yahoo Oath di Pietro Planezio sono di questo tipo:
Michele Mirandola alias 10KΩ alias jack, bernasconi, Elena, Siria, Franco, Ivan drago, felice, e mille altri account che si rifanno tutti a Claudio Larghi di Trecate. Già condannato per diffamazione verso un ex collega, oltre che altri processi per diffamazione verso sindaci e altre persone, e attualmente sotto processo per diffamazione di Maroni.
Fonte/i: http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2009/09/20/PC7PO_PC704.html
https://www.lastampa.it/2017/11/29/novara/finisce-in-tribunale-per-gli-insulti-a-maroni-pAnXskXcfPXUyvgrd1AzFO/premium.html
http://bellano.netweek.it/notizie/cronaca-nera/bellano-diffamo-l-ex-collega-bellanese-condannato-a-pagare-4mila-euro-bellano-alla-sbarra-claudio-larghi-per-aver-postato-sul-web-una-sere-di-articoli-dove-accusava-il-conoscente-di-essere-mafioso-4825212.html
Appurato il ruolo di diffamatore seriale di Pietro Planezio, probabilmente su commissione, per quanto concerne l'articolo diffamatorio della testata "bellano netweek" si precisa che Adriano Pezzano, Milano, Via Pietro Colletta 70, in qualità di collaboratore delle Polizie Italiane, DIGOS, Postale, etc... non fu mai collega di Claudio Larghi essendo, il Pezzano, sopraggiunto a circa un mese dalla fine di attività lavorativa (31-12-10), manager della I&T Srl, azienda indipendente dallaa CLE Srl per la quale Claudio Larghi prestava opera con contratto a progetto. Vi sono elementi per ipotizzare che il Pezzano sia stato, dalla DIGOS di Milano, inserito nel CED ASL 1 Milano, per "monitorare" Claudio Larghi, indagato (e successivamente anche minacciato da agenti DIGOS di Sondrio) per aver pubblicato, nel web, siti dove si riferiva di infiltrazioni mafiose, appalti truccati, amministratori collusi. Si lascia libera interpretazione sul ruolo del Pezzano che diffamo' in più occasioni Claudio Larghi, su un blog Google non prima di aver contribuito alle indagini DIGOS finalizzate a censurare e reprimere fatti di cronaca di un libero cittadino vertenti malaffare e sospetti di infiltrazioni mafiose.
Del resto Adriano Pezzano, nella udienza del 14 Febbraio 2017 (vi sono atti giudiziari che lo dimostrano), presso il Tribunale di Lecco, udienza nella quale Claudio Larghi era assente per un sospetto dolo di simulazione di irreperibilità orchestrato dall'UNEP di Lecco, dove nelle notifiche venne scritto un indirizzo di residenza errato e dove non si provvise a ripetere le ricerche) sotto giuramento dichiarava, tra le varie cose, di essere un precario (falso), di aver sentito vagamente dell'interdizione ai pubblici uffici, nella fattispecie, Dirigenza ASL 1 Milano Corso Italia 19 (dove Adriano Pezzano era presente dalla fine di Novembre 2010 sino, circa, ai primi di Maro 2011) di un certo PietroGino Pezzano (che combinazione ! entrambi con lo stesso cognome) col quale condivise (l'Adriano) ambienti di lavoro tra il Novembre 2010 e Marzo 2011, dichiarando pero' che di tale PietroGino non sapeva nulla e che gli pareva lavorasse presso l'ASL di Magenta (falso). Si tratta di deposizione (della "parte offesa") sotto giuramento, chiaramente non attendibile e passabile di mendacio e provvedimenti penali (ma come sopra scritto, Adriano Pezzano è impunibile, ingiudicabile, virtu' condivise con altri amici quali Pietro Planezio, Eva Polak e Pino Zarrilli). Della condanna del 14 -02 -'17 il sottoscritto nulla sapeva sino ai primi di Aprile 2017 quando Pietro Planezio (noto a decine di migliaia di italiani per essere, in Italia, l'unico astronomo professionista privo di diploma e di laurea, ivi abusivo ?) in forma anonimo, per lo staff di Yahoo, pubblicava dei post dove, con tanto di nome e cognome (Claudio Larghi) diffondeva, in diffamazione, i link del sopracitato articolo Bellano Netweek, dove (l'unico a saperlo) informava decine di migliaia di utenti che Claudio Larghi era stato condannato da un soggetto che presso l'ASL 1 Milano, da Gennaio sino a Marzo 2011, vantava parentele con il sopracitato Dirigente ASL 1 Milano (dirigente rimosso per appartenenza 'ndranghetista), salvo poi ribaltare le carte in tavola nei processi onde ottenere la condanna (malgrado tutto fosse vero). Molto interessante che Pietro Planezio fosse a conoscenza di articoli web appena pubblicati, non ancora indicizzati da Google e Bing... quando nessuno e nemmeno Claudio Larghi ne fosse a conoscenza.
Di tale contesto in pieno stile "complotto diffamatorio web www" , nemmeno le restanti persone (Planezio e Zarilli) sono state , quindi, esenti da azioni diffamatorie nelle quali si attribuivano contesti di "massomafia" a Claudio Larghi (affermazioni postate in un forum Google a nome di Pino Zarrilli) e nel contempo si scriveva che Adriano Pezzano fosse estraneo ai fatti (aspetto curioso, i termini "collega" appaiono sia nei post di Pietro Planezio su Yahoo, ovviamente postati con multiaccount anonimi, sia nell'articolo giornalistico commissionato dal Pezzano). Altro elemento curioso è l'abbandono dell'Adriano Pezzano, della sede di lavoro presso ASL 1 Milano, quando l'omonimo PietroGino Pezzano venne rimosso dagli incarichi...).
Molto degno di attenzione che Pietro Planezio, su Yahoo, in forma anonima, scriveva che Claudio Larghi non è vittima di mafia ma diffamatore seriale e che nessuna sua controparte fosse mafiosa, altrimenti era già morto (della serie "la mafia non esiste e tu sei un quaqqueraquà).
Un ulteriore aspetto curioso che riguarda Pietro Planezio di Genova Quinto Antica Romana di Quinto 11, sono le richieste dell'Avvocato Domenico Aiello, di custodia cautelare e interdizione all'uso di internet, presenti solo nel fascicolo c/o Tribunale Novara, ma piu' volte sostenute da Pino Zarrilli in un processo farsa e ridicolo, dal quale non ottenne nulla, vedendoselo archiviato (idem per la Polak), e lo stesso dicasi per le pubblicazioni diffamatorie (che si protraggono dal 2013 e sono tutt'ora in corso) dove Planezio scriveva (in anonimo) che Claudio Larghi doveva essere immediatamente incarcerato e vietato l'uso di Internet (elementi che aprono l'ipotesi di una conoscenza aprioristica tra Zarrilli, Planezio, Pezzano, e sinergie in associazione tra loro).
Dal 2013 ad oggi ne sono state postate migliaia (Yahoo risponde penalmente dei suoi contenuti non rimossi perche' postati da suoi collaboratori come Pietro Planezio. In 7 anni di querele presentate contro Yahoo e Pietro Planezio depistaggi e insabbiamenti hanno determinato archiviazioni o occultamenti degli atti).
Lo scritto stralciato è riscontrabile in questo indirizzo
https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20190619101304AAOyPk6
Si ricorda che l'account @sesquiossidodip è Pietro Planezio.
Si coglie anche l'occasione (per l'articolo newsweek Bellano, delegato da Adriano Pezzano) i contenuti diffamatori in esso presenti e di falsità. Claudio Larghi non ha mai scritto che Adriano Pezzano sia un mafioso ma un parente ... come tale l'articolo è potenzialemente diffamatorio e ripreso e pubblicato, dal Marzo 2017, sino ad oggi, per decine e decine di volte da Pietro Planezio nelle vesti di dipendente Yahoo (in veste di collaboratore). Si evidenzia anche che verrebbe abbinato il nome di Claudio Larghi a quello di un collega mai stato tale (quindi falsità) che si autodefinisce "mafioso" in tale articolo, ovviamente scritto su delega). L'articolo associa l'immagine di Claudio Larghi a quella di un frequentatore di dubbia integrità penale (come lo stesso Pezzano si autodefinirebbe e/o descriverebbe la vicenda, autodescrivendosi come "mafioso", accusato di tale da un collega che non fu mai tale e via dicendo... compiendo una diffamazione messa in prima posizione Google, manualmente, forse dallo stesso interessato, nella parola chiave Claudio Larghi, indicizzazione ulteriormente favorita dalle pubblicazioni dei link su Yahoo).
Pietro Planezio, tramite i suoi profili Yahoo admin, dal 2013, posta ogni genere di nefandezza (prima in forme anonime, poi citando Claudio Larghi dall'Agosto 2013, data che coincise con l'apparizione di post diffamatori, su un forum Google, firmati Adriano Pezzano). L'evoluzione dei fatti apre anche ipotesi di conoscenze preesistenti, con Pezzano e altri personaggi, tra i quali Planezio, Zarrilli e Polak, preesistenti all'anno 2012-13. Una crociata diffamatoria che le Procure di Genova e Novara insabbiano con tutte le loro forze per proteggere un collaboratore (anzi collaboratori) delle Polizie Postali e altre forme di Polizia informatica che collaborano con i principali social network e motori di ricerca.
Anche per Pietro Planezio valgono le valutazioni applicate per Adriano Pezzano. Cercare in rete dettagli su Planezio... ne emergeranno delle belle ... anch'egli come il Pezzano e lo Zarrilli, da affidarsi ai servizi sociali (e psichiatrici) ... ma questi soggetti, qualcuno pieno di condanne definitive, sono utilizzati come informatori, persecutori, diffamatori e controparti giudiziarie a carico di coloro che denunciarono fatti di mafia e personaggi correlabili.
Come avvenne per la triade, anche lui (Pietro Planezio) beneficia e beneficerebbe di potentissime protezioni politico giudiziarie e sarebbe, anch'egli, collaboratore della Polizia Postale, di Stato, Carabinieri, Servizi di sicurezza governativi (in recenti processi a carico del Planezio, decisamente dei processi farsa a suo favore, imbastiti dalla Polizia Postale di Milano (dove lavora Pezzano Adriano che ha numerosi amici in tale ambiente...vedasi appalti in affidamento diretto... condizione di illegalità totale del Tribunale e Procura di Milano, come da anni segnalata da Raffaele Cantone presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione ), Genova e Novara si arrivo', persino, a negarne, prima l'esistenza, poi la sua presenza nello staff di Yahoo, tesi falsa, in regime di depistaggio e felicemente approvata dal Tribunale di Novara... con un Decreto di Archiviazione (mai comunicato al querelante ma magicamente ricevuto da Planezio) dove, senza mai effettuare perquisizioni dirette nell'abitazione genovese di Pietro Planezio, si decretava la impossibilità di identificarlo nell'albo personale dell'allora Yahoo Italia, multinazionale avente sede legale a Milano, Via Spadolini 7 (la Polizia Postale, nel massimo del depistaggio, e del ridicolo, per impedire la sua incriminazione, nel 2016, eluse sopralluoghi nella sua abitazione ma persino nella sede legale di Yahoo a Milano... all'epoca ancora esistente e operativa, dichiarando che una centralinista di Yahoo, contattata telefonicamente, non sapeva se Pietro Planezio lavorasse per tale social network... indagini da Repubblica delle Banane... ma per salvare i collaboratori ufficiosi delle strutture investigative giudiziarie e di polizia... questo ed altro...anche quello di distorcere le indagini per arrivare all'archiviazione).
Basare l'archiviazione di un procedimento per diffamazione sulla dichiarazione di una centralinista contattata per telefono ... senza effettuare sopralluoghi nella sede di Yahoo Italia... è segno di una volontà di "lasciar perdere". Che Pietro Planezio lavorasse e lavori (commettendo reati quotidiani in rete) per Yahoo, quando Yahoo ha migliaia di collaboratori sparsi per l'Italia e quando questi accertamenti dovrebbero essere condotti sottoponendo a ispezione la sede legale... ricopre di ridicolo tali indagini e apre ipotesi di depistaggio in tale procedimento...
Nessuno, sino ad oggi, ha mai provveduto a bloccare queste persone socialmente pericolose, violente fuori e dentro le aule giudiziarie (per qualcuno "parlano" i casellari giudiziari molto estesi), persone in contatto e associazione, prossima al delinquere, tra loro.
Pezzano si autodichiara (nel profilo Linkedin) committente di appalti milanesi e italiani nelle istituzioni ministeriali giudiziarie e sanitarie (inserire in Google "Pezzano" e giudicare se tale individuo sia compatibile con professioni per le istituzioni nazionali e regionali).
Nelle motivazioni della querela a carico de La Stampa (edizione Novara) la medesima
è andata molto oltre il diritto di cronaca, diffamando (in anonimo e su commissione Lega) senza prove esponendo al Pubblico Ludibrio e accusando un cittadino italiano di reati mai oggetto di rinvio a giudizio (come è avvenuto con il reato mai iscritto di istigazione alla violenza) e mai dimostrati in sede periziale (il web non si trova in Italia, non ci sono perizie tecnico informatiche e rogatorie internazionali che dimostrino la tracciabilità dell'autore).
L'anonimo vigliacco giornalista ha recentemente modificato l'articolo diffamatorio (Luglio 2019 con l'intento volontario di condizionare sfavorevolmente l'esito del processo verso una condanna già sentenziata su La Stampa),
inserendo porzioni di testo incriminato abbinato ad un indirizzo internet del quale non vi sarebbe traccia alcuna. L'unico web contenente tale testo (di istigazione a delinquere) sarebbe solo ed unicamente la versione web de La Stampa di Novara !
Sono chiari gli intenti (da parte della redazione novarese de La Stampa) di condizionare l'esito a favore di una condanna.
La Stampa, senza possedere gli strumenti giudiziari e probatori che confermino quanto scritto, ha postato un "articolo di fuoco" (intriso di odio e rancore dove si intuirebbe la vera identità dell'autore) che invita il Tribunale di Novara a emettere condanne esemplari .
Il contenuto del presente web verrà rimosso solo quando sarà rimosso l'articolo diffamatorio dalla versione web del quotidiano La Stampa (leggasi i contenuti della querela denuncia allegata con immagini).
In caso di oscuramento o de-indicizzazione da Google (Pezzano possiede le credenziali informatiche per farlo), il web verrà ripubblicato tramite altre piattaforme digitali.
La Stampa, pubblica articoli che condizionano gli esiti dei processi (favorendo Roberto Maroni e Lega) ma non si occupa dei processi ed indagini a carico di Roberto Maroni, Matteo Salvini e Domenico Aiello, come questi:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/26/lega-gli-avvocati-di-maroni-costavano-dieci-volte-quelli-di-bossi-soldi-alle-associazioni-e-i-bilanci-esplosi-in-due-anni-ecco-che-fine-hanno-fatto-i-49-milioni-scomparsi/4738689/ http://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Nel-nome-di-Matteo-2dc731e8-8f89-4019-996f-5cc47de295b9.html
Nati da indagini DIA della Procura di Catanzaro, indagini snobbate dalla Procura di Milano (dove Adriano Pezzano ha molti amici)
Si porta a conoscenza della cittadinanza italiana (che attualmente, anno 2018, si fida ciecamente di MATTEO SALVINI e del Governatore Regione Lombardia ATTILIO FONTANA) che Roberto MARONI e l' avvocato di fiducia Domenico AIELLO commissionano articoli giornalistici diffamatori per concretizzare Omicidi Sociali di vittime di mafia e 'ndrangheta e malapolitica.
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